====== 9.1 Calibrazione e validazione dello scenario teorico ======
La catena di argomentazioni che siamo andati sviluppando ci
autorizza ad interpretare in termini dei parametri fondamentali
"età" e "composizione chimica originaria" lo stato evolutivo di
una qualsivoglia struttura stellare, consentendoci in particolare di
interpretare in termini di "isocrone" la distribuzione di fasi
evolutive osservata nei diagrammi colore magnitudine degli ammassi stellari. Tali
diagrammi rappresentano nella maggior parte dei casi il "dato
sperimentale" di cui le teorie sono chiamate a rendere conto, con il
duplice obiettivo di verificare, innanzitutto, l'adeguatezza del
quadro teorico stesso e, su tali basi, di desumerne i parametri
evolutivi degli ammassi stellari in esame.
Per fare luce sulla gran varietà di valutazioni evolutive apparse
in letteratura conviene innanzitutto richiamare e precisare alcuni
aspetti fondamentali dell'approccio teorico. Da un punto di vista
generale, la creazione di uno scenario teorico riposa sul calcolo di
linee evolutive (le //tracce// evolutive) che costituiscono
l'ingradiente di base per giungere alla predizione delle relative
isocrone. Per giungere a confronti quantitativamente significativi
con le osservazioni occorre peraltro "forgiare" lo strumento
evolutivo operando una scelta tra le molte opzioni sulle quali
riposa il calcolo di un qualunque modello stellare. Per porre tale
problematica sulle sue giuste basi osserviamo innanzitutto che,
almeno sinché si rimane nel campo delle strutture stellari a
simmetria sferica, il sistema delle cinque condizioni
dell'equilibrio appare fornire una descrizione esauriente del
sistema fisico e, in quanto tale, viene universalmente adottato nei
calcoli evolutivi.
Aggiungiamo ora che il metodo di soluzione di tali equazioni, basato
sul rilassamento di una soluzione di prova (metodo di //Henyey//),
fornisce risultati singolarmente robusti. Abbiamo infatti a suo
tempo indicato come procedure inaccurate possano eventualmente
influenzare la velocità di convergenza o il suo stesso
raggiungimento: se e quando si raggiunge la convergenza le funzioni
sono peraltro la corretta soluzione del sistema, indipendentemente
da ogni altra considerazione. In programmi di calcolo
ragionevolmente impostati, variazioni nel trattamento numerico
(numero dei //mesh//, spaziatura dei passi temporali, etc) hanno una
minore influenza, talchè appare lecito concludere che i modelli
stellari non dipendono dai particolari programmi di calcolo ma che,
invece, //un modello stellare è tanto più adeguato e migliore
quanto più adeguato e migliore è il trattamento degli
ingredienti fisici che intervengono nel calcolo del modello//
Possiamo richiamare i vari ingredienti fisici che entrano o che
eventualmente si sospetta possano entrare in un modello stellare,
dividendoli in due categorie:
* __Meccanismi microscopici__: 1. Equazione di Stato (EOS) per il plasma stellare, 2. Opacità radiativa ed eventuale conduzione elettronica, 3. Produzione di energia, ivi compresa la produzione di termoneutrini.
* __Meccanismi macroscopici__: 1. Convezione superadiabatica, 2. Diffusione, 3. Overshooting invasivo, 4. Breathing pulses.
Abbiamo più volte ricordato come la valutazione dei meccanismi fisici //microscopici// (prima categoria) coinvolga valutazioni sia teoriche che sperimentali anche di notevole complessità e difficoltà. Conseguentemente la capacità di predire il comportamento fisico del plasma stellare è andata progressivamente affinandosi con il tempo, con un parallelo adeguamento e perfezionamento della modellistica stellare. Per quel che riguarda la seconda categoria dei meccanismi //macroscopici//, la modellistica può includere o meno diffusione, //overshooting// invasivo o //breathing pulses//, mentre la convezione superadiabatica, quando trattata tramite l'algoritmo della //mixing length//, richiede la calibrazione del parametro libero "lunghezza di rimescolamento".
A fronte di una tale varietà di opzioni, appare chiaro che il
puro e semplice "output" di un programma di calcolo evolutivo, per
essere usato per valutazioni quantitative, richiede di essere
validato e calibrato. Abbiamo a suo tempo indicato come
l'[[wp.it>eliosismologia]] fornisca un primo e prioritario strumento di
validazione, talchè la modellistica che non abbia passato il
"test" solare dovrebbe essere guardata perlomeno con sospetto.
Discutendo di grandi masse, abbiamo anche posto in luce come la
validazione richieda l'adozione del //criterio di instabilità di
Ledoux//. Sono questi solo due esempi di come le varie fasi
evolutive offrano una varietà di occasioni di validazione che
non possono essere trascurate quando si vogliano raggiungere
risultati affidabili.
===== Percorsi bibliografici =====
* (EN) //Cassisi, S. et al.// [[http://adsabs.harvard.edu/abs/2006MmSAI..77...71C|BASTI: an interactive database of updated stellar evolution models]]
===== Collegamenti esterni =====
* [[http://albione.oa-teramo.inaf.it/|BASTI]] - un database di tracce evolutive ed isocrone mantenuto presso l'[[http://www.oa-teramo.inaf.it/ita/|Osservatorio Astronomico di Collurania]] (Teramo)
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~~DISQUS~~