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c01:a03

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Linea 1: Linea 1:
 +====== A1.3 La parallassi stellari. Seeing. ======
  
 +<WRAP justify>
 +Sulla superficie della Terra, per valutare la distanza di un qualunque oggetto 
 +non altrimenti raggiungibile è d'uso ricorrere
 +a semplici metodi trigonometrici, traguardando l'oggetto da due
 +diverse opportune posizioni. Procedure simili sono possibili anche
 +per valutare la distanza delle stelle, utilizzando come base della
 +misurazione la posizione della Terra sulla sua orbita a distanza
 +di sei mesi (fig. 1.17).
 +
 +{{:c01:fig1_16.jpg?400}}
 +
 +**Fig. 1.17.** //Traguardando una stella a sei mesi di distanza ci si attende che la sua posizione sulla volta celeste
 +vari di un angolo 2 π, ove π ` la parallasse dell’ oggetto, definita come l’angolo sotto il quale l’oggetto vede il
 +e semiasse ”a” dell’orbita terrestre.//
 +
 +Per stelle che giacciono sul piano perpendicolare alla base di
 +traguardo cosi' definita si ha
 +
 +<m>r= a/{tg pi} approx {a / pi}</m>
 +
 +dove "a" è il semiasse dell' orbita terrestre (//unità
 +astronomica//) e l'angolo <m>pi</m> è misurato in [[wp.it>radianti]]. 
 +Essendo 1 rad = 57<sup>o</sup> 17' 44" pari a 206.265 secondi d'arco
 +
 +<m>r= a (206.265/pi)</m>
 +
 +se <m>pi</m> è misurato in secondi d'arco. 
 +Poichè <m>a=1.49598 * 10^13 cm</m>
 +
 +<m>r = 3.1 * 10^18 / pi cm</m>
 +
 +Assumendo come unità di misura delle distanze stellari quella
 +cui corrisponde una parallasse annua di 1" (1 [[wp.it>parsec]] (pc)= 3.1
 +10<sup>18</sup> cm) si ha direttamente
 +
 +<m>r (pc)= 1/ pi</m>
 +
 +Poichè la velocità della luce è <m>c approx 3 10^10  cm/sec</m>,
 +un parsec corrisponde a 3.26 anni luce, cioè allo spazio
 +percorso dalla luce in 3.26 anni (1 anno essendo pari a circa 3.1 10<sup>7</sup> secondi).
 +
 +Traguardando una stella a sei mesi di
 +distanza ci si attende che la sua posizione sulla volta celeste
 +vari di un angolo 2 <m>pi</m>, ove <m>pi</m> è la parallasse dell'
 +oggetto, definita come l'angolo sotto il quale l'oggetto vede il
 +semiasse "a" dell'orbita terrestre.
 +
 +La misura delle parallassi è argomento delicato, perchè è
 +innanzitutto da notare che ogni telescopio non può restituire
 +immagini puntiformi, creandosi in ogni caso una figura di
 +[[wp.it>diffrazione]], tanto più estesa quanto minore è il diametro del
 +telescopio. L'ottica ondulatoria ci assicura che il disco centrale
 +della figura, sino alla prima frangia oscura, ha un raggio
 +angolare
 +
 +<m>alpha = 1.22 lambda / D</m>
 +
 +dove <m>alpha</m> è espresso in radianti. Nel visibile (<m>lambda
 +approx 5500 A</m> ed esprimendo D in centimetri si ottiene
 +
 +<m>alpha = 14 / D</m> in secondi d'arco.
 +\\
 +{{:c01:zboo_lucky_image_1pc.png|}}
 +\\
 +\\
 +//La figura di diffrazione attorno alle stelle del sistema binario di [[wp.it>Zeta Bootis]], osservate con un telescopio di 2.56 metri di apertura (dalla voce [[wp.it>diffrazione]] di Wikipedia)//
 +\\
 +\\
 +Le maggiori limitazioni nella misura delle parallassi provengono
 +peraltro dalla turbolenza atmosferica ([[wp.it>seeing]]) che produce
 +variazioni temporali dell'[[wp.it>indice di rifrazione]] atmosferico e,
 +quindi, del cammino ottico dei raggi luminosi,  disperdendo
 +l'immagine di una stella su un area che in  condizioni normali è
 +dell' ordine di almeno alcuni secondi d'arco.  E' per questa
 +ragione che risulta di grande importanza collocare gli osservatori
 +astronomici ad alta quota, in regioni contraddistinte da limitata
 +turbolenza atmosferica, dove il seing può scendere anche sotto
 +il secondo d'arco. Quando si consideri che [[wp.it>Lista_delle_stelle_più_vicine|la stella più vicina al Sole]], alpha Cen ([[wp.it>Alfa_Centauri|alpha Centauri]]), ha una parallasse di soli
 +0".76 si comprende peraltro la difficoltà di precise misure di
 +parallasse. Il metodo trigonometrico ha consentito cosi' di avere
 +indicazioni abbastanza precise sulla distanza solo qualche
 +centinaio  di stelle nei dintorni del Sole.
 +
 +Un notevole miglioramento si è ottenuto grazie all'
 +utilizzazione di telescopi nello spazio e, in particolare, dal
 +satellite astrometrico [[wp.it>Hipparcos]], lanciato nel 1989 dall'[[wp.it>Agenzia Spaziale Europea]], 
 +che ha misurato la parallasse di molte migliaia
 +di stelle con precisioni dell'ordine  del millesimo di secondo
 +d'arco (risultati ancora migliori si attendono dalla missione [[wp.it>Satellite_Gaia|Gaia]], attualmente in corso, sempre dell'Agenzia Spaziale Europea). Un telescopio spaziale  risulta infatti limitato dal solo
 +fenomeno della diffrazione (//diffraction limited//),
 +semprechè la piattaforma spaziale sia adeguatamente
 +stabilizzata.
 +
 +{{youtube>3LJb3KMymHg?size=624x351}}
 +\\
 +Si noti che l'immagine di [[wp.it>seeing]] oltre che limitare la misura
 +delle parallassi introduce pesanti limitazioni anche sul limite
 +inferiore dei segnali luminosi rivelabili. Il cielo  ha infatti
 +una luminosità diffusa (fondo) valutabile nella banda V a circa
 +22 mag  per secondo d'arco quadrato. Se l'immagine di una stella
 +viene dispersa dal seeing su una superficie analoga, ne segue che
 +per oggetti con magnitudine superiore a V=22  il rapporto
 +segnale-rumore scende sotto l'unità, rendendo sempre più
 +difficoltose le misure. //All'aumentare della figura di seeing
 +diminuisce quindi la magnitudine limite raggiungibile da un
 +telescopio//, ed e' questo uno tra i principali  motivi per cui è
 +vitale scegliere per gli osservatori astronomici siti
 +contraddistinti dal minimo possibile seeing. Ed è questo ancora
 +il motivo per cui la tecnologia dei moderni telescopi ha
 +sviluppato tutta una serie di procedure informatiche ([[wp.it>Ottica_adattiva|ottiche adattive]] 
 +e [[wp.it>Ottica_attiva|ottiche attive]]) volte a minimizzare le
 +dimensioni delle immagini stellari.
 +</WRAP>
 +----
 +~~DISQUS~~  

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