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c05:esaurimento_idrogeno

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Linea 1: Linea 1:
 +====== 5.6. La Sequenza Principale e l'esaurimento dell'idrogeno ======
  
 +<WRAP justify>
 +La struttura di ZAMS è il punto iniziale della lunga combustione
 +centrale dell'idrogeno. In tutte le strutture, alla progressiva
 +diminuzione dell'abbondanza di idrogeno nelle regioni centrali
 +corrisponde automaticamente un continuo aumento di temperatura e
 +densità centrali che si riflette in una lenta crescita della
 +luminosità e un progressivo allontanamento dalla ZAMS. Stelle
 +della Sequenza Principale Superiore (SPS) hanno nuclei convettivi
 +nei quali l'idrogeno viene progressivamente sostituito dall'elio
 +prodotto nelle combustioni. Poichè l'opacità dell'elio è - a
 +parità di condizioni fisiche - minore di quella dell'idrogeno, il
 +gradiente radiativo tende a diminuire e conseguentemente
 +l'estensione dei  nuclei convettivi regredisce  lentamente nel
 +tempo.
 +\\
 +\\
 +{{:c05:figura05_11.jpg?500}}
 +\\
 +**Fig 5.11 ** Andamento schematico dell'abbondanza di
 +idrogeno durante l'evoluzione di una struttura della SPI. I numeri
 +segnalano nell'ordine la sequenza temporale.Le linee a tratti
 +segnalano il passaggio alla combustione CNO.
 +\\
 +\\
 +L'esaurimento dell'idrogeno al centro segna la fine di questa
 +lunga fase di Sequenza Principale,  manifestandosi con
 +caratteristiche singolarmente diverse per stelle della SPI o SPS,
 +in dipendenza della presenza o meno di nuclei convettivi. In
 +stelle della SPI, in assenza di moti convettivi centrali
 +l'idrogeno viene consumato in una zona relativamente larga attorno
 +al centro della struttura e, in ogni punto di tale zona, in
 +proporzione all'efficienza locale delle combustioni pp. Ne segue
 +un andamento temporale dell'abbondanza di idrogeno del tipo
 +riportato nella figura 5.11. E' facile comprendere come
 +in tal caso l'esaurimento dell'idrogeno non rappresenti un evento
 +traumatico: il progressivo aumento di temperatura renderà più
 +efficienti le combustioni nelle zone ricche di idrogeno
 +contornanti il centro e la combustione si sposterà con
 +continuità dal centro ad una ampia shell contornante un nucleo
 +essenzialmente composto solo da elio e dagli originari elementi
 +pesanti.
 +
 +E' importante rilevare che la crescita delle temperature centrali
 +favorisce l'efficienza del ciclo CNO che poco dopo l'esaurimento
 +dell'idrogeno centrale finisce col prendere definitivamente il
 +sopravvento. A causa della forte dipendenza del CNO dalla
 +temperatura, si restringe fortemente la zona interessata dalle
 +combustioni che finisce col presentarsi come una shell sottile che
 +progredisce all'interno della stella erodendo il fondo della zona
 +ancora ricca di idrogeno e separando bruscamente il nucleo di elio
 +dalle zone più esterne.
 +\\
 +\\
 +{{:c05:figura05_12.jpg?500}}
 +\\
 +**Fig. 5.12. ** Andamento schematico dell'abbondanza di
 +idrogeno durante l'evoluzione di una struttura della SPS. I numeri
 +segnalano nell'ordine la sequenza temporale.
 +\\
 +\\
 +Nelle stelle di SPS la presenza del nucleo convettivo conduce
 +invece a conseguenze peculiari. Anche se la zona di combustione
 +è fortemente accentrata, il rimescolamento operato dalla
 +convezione fa sì che l'idrogeno diminuisca omogeneamente in
 +tutta la zona convettiva (Fig. 5.12). Ne consegue che
 +all'esaurimento dell'idrogeno restano prive di combustibile non
 +solo le zone ove era efficiente la combustione, ma anche una
 +estesa regione circostante. Allo spengersi delle combustioni la
 +stuttura deve quindi reagire con una contrazione che avrà
 +termine solo quando la temperatura interna si sarà innalzata
 +sino a produrre una efficiente combustione di idrogeno negli
 +strati circostanti il vecchio nucleo convettivo. Si noti //"in
 +passing"// che al diminuire delle combustioni centrali diminuisce il
 +relativo flusso, il gradiente radiativo crolla e sparisce
 +l'instabilità convettiva.
 +
 +La Fig. 5.13 riporta esempi del cammino evolutivo delle
 +strutture durante la fase di MS, sino all'innesco della
 +combustione di idrogeno in una shell. Il modello di 1 M$_{\odot}$
 +mostra la tipica evoluzione delle strutture di SPI: si allontana
 +regolarmente dalla posizione di ZAMS raggiungendo un massimo della
 +temperatura efficace (//turn off// della traccia) poco prima
 +dell'esaurimento dell'idrogeno centrale. Dopo l'esaurimento la
 +traccia prosegue dirigendosi sempre più decisamente verso basse
 +temperature efficaci nel mentre si instaura la combustione di
 +idrogeno in una shell. I modelli di 1.25 e 1.5  M$_{\odot}$
 +mostrano invece il tipico andamento delle strutture di SPS. Poco
 +prima dell'esaurimento parte la contrazione (tratto A-B in Fig. 5.13) 
 +solo al termine della quale l'idrogeno al centro
 +viene definitivamente esaurito. Ci si attende dunque che stelle
 +sufficientemente massicce presentino al termine della fase di
 +combustione centrale di idrogeno (MS) una fase di contrazione
 +gravitazionale, percorsa dunque con tempi scala molto minori di
 +quelli nucleari. In questa fase ci si attende quindi scarsa o
 +nulla presenza di oggetti stellari. Le osservazioni confermano
 +puntualmente tale previsione: ammassi stellari sufficientemente
 +giovani mostrano al termine della sequenza principale una "gap"
 +per mezzo della quale l'esistenza di un nucleo convettivo nelle
 +strutture di SPS diventa -indirettamente- un osservabile (Fig. 5.14).
 +\\
 +\\
 +{{:c05:figura05_13.jpg?400}}
 +\\
 +** Fig. 5.13 ** Tracce evolutive nel diagramma HR di stelle
 +per la composizione iniziale Y=0.30, Z=0.10. L'evoluzione è
 +seguita a partire dal modello di ZAMS sino al massimo relativo di
 +luminosità (C). I punti lungo le tracce indicano decrementi di
 +idrogeno centrale  pari a $\Delta$X=0.1.
 +\\
 +\\
 +Ulteriori dettagli sulla fase di esaurimento dell'idrogeno sono
 +riportati in **A5.6**. Prima di concludere questo punto dobbiamo
 +però aggiungere che per masse al di sopra delle 10 M$_{\odot}$,
 +la fase di esaurimento dell'idrogeno si complica per la presenza
 +di un ulteriore fenomeno: l'energia emessa dai nuclei in
 +contrazione si traduce in un flusso così grande che nelle
 +regioni che circondano il nucleo il gradiente radiativo viene
 +spinto a superare quello adiabatico e le zone diventano, almeno
 +formalmente, convettive.
 +\\
 +\\
 +{{:c05:figura05_14.jpg?400}}
 +\\
 +** Fig. 5.14 ** Il diagramma CM (Colore-Magnitudine) per
 +l'ammasso di vecchio disco [[wp.it>M67_(astronomia)|M67]] = NGC2682.
 +\\
 +\\
 +Abbiamo detto "almeno formalmente" perchè è adesso necessario
 +osservare che nella derivazione del //criterio di Schwarzschild// si
 +era a suo tempo fatta l'implicita assunzione di materia
 +chimicamente omogenea. La zona che contorna il nucleo in
 +contrazione presenta invece un gradiente di elio, la cui
 +abbondanza va progressivamente crescendo verso l'interno come
 +risultato della progressiva diminuzione delle dimensioni del
 +nucleo convettivo originalmente presente nel modello di ZAMS.
 +
 +L'esistenza di un tale gradiente di peso molecolare tende a
 +stabilizzare la zona più di quanto previsto dal criterio di
 +Schwarzschild: al termine di uno spostamento adiabatico gli
 +elementi possono trovarsi più caldi dell'ambiente circostante ed
 +essere peraltro richiamati alla posizione originale perchè
 +intrinsecamente più pesanti. Conseguentemente il criterio di
 +Schwarzschild si trasforma nel //Criterio di Ledoux// secondo il
 +quale per l'instabilità convettiva si richiede
 +\\
 +\\
 +$$\nabla_{rad} \ge \nabla_L = \nabla_{ad} + \frac {dlog\mu}{dlogP}$$
 +\\
 +\\
 +E' stato però fatto notare che in una zona superadiabatica resa
 +stabile del //termine di Ledoux// un elemento richiamato alla sua
 +posizione iniziale, a causa delle inevitabili perdite radiative vi
 +tornerebbe più freddo e quindi più pesante dell'ambiente
 +circostante, proseguendo quindi nel suo moto e dando origine ad
 +una sia pur diversa forma di instabilità che porterebbe in ogni
 +caso al rimescolamento degli strati coinvolti. L'efficienza del
 +rimescolamento in queste zone  è peraltro questione
 +ancora dibattuta, talora affrontata nel quadro di teorie diffusive.
 +Qui notiamo solo che nel caso dell'esaurimento dell'idrogeno
 +in stelle massicce l'applicazione "sic et simpliciter" del
 +criterio di Ledoux inibisce di fatto la formazione delle shell di
 +convezione, con predizioni osservative che sembrano in molto
 +migliore accordo con le osservazioni ($\rightarrow$ A5...).
 +
 +Resta infine da notare come la durata della fase di combustione
 +centrale dell'idrogeno (MS) decresca rapidamente all'aumentare
 +della massa (e della luminosità) della struttura: la precedente
 +//tabella 5.1// riporta alcuni valori di tale durata per stelle di
 +metallicità solare. Stelle povere di metalli avranno durate
 +leggermente più lunghe, ma si può in ogni modo concludere che
 +in ogni caso stelle con masse minori di $\sim$ 0.8 M$_{\odot}$
 +hanno vite di MS maggiori dell'età stimata per l'Universo
 +($\sim$ 10$^{10}$ anni). Tali strutture devono quindi in ogni caso
 +essere ancora presenti in cielo, portando testimonianza di tutte
 +le generazioni stellari che si sono succedute nella nostra come
 +nelle altre galassie. Si ricava anche che il nostro Sole, con
 +circa 4 miliardi di anni di vita, si trova nel pieno della sua
 +fase di MS, ancora essenzialmente sorretto dalla //combustione pp//.
 +Il confronto delle strutture solari teoriche con i dati
 +sperimentali dell' [[wp.it>eliosismologia]] ha posto in luce la
 +probabile efficienza di meccanismi di //diffusione
 +microscopica// che, con scale temporali dell'ordine di miliardi di
 +anni, inducono leggere modificazioni  alla distribuzione degli
 +elementi chimici all'interno delle strutture stellari,
 +interessando quindi solo l'evoluzione di stelle con massa
 +suffientemente piccola e tempi evolutivi corrispondentemente
 +lunghi.
 +</WRAP>
 +\\
 +----
 +\\
 +~~DISQUS~~

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