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c06:ramo_giganti_flash_elio

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Linea 1: Linea 1:
 +====== 6.2 Stelle di piccola massa: il ramo delle giganti e il "flash" dell'elio. ======
  
 +<WRAP justify>
 +Nel seguito definiremo come //stelle di piccola massa// tutte quelle
 +strutture nelle quali al termine della combustione centrale
 +dell'idrogeno si formano nuclei di elio in cui si manifestano gli
 +effetti della //degenerazione elettronica//. Ricordando come al
 +diminuire della massa di una struttura risulti favorito il
 +fenomeno della //degenerazione//, ne concludiamo che alle piccole
 +masse appartengono le stelle della SPS al di sotto di circa 2.5
 +<tex>M$_{\odot}$</tex> e tutte le stelle della SPI. Le masse limite per
 +l'intervento delia degenerazione dipendono dalla composizione
 +chimica della struttura originaria, e per le più volte ripetute
 +motivazioni è immediato comprendere come esse debbano diminuire
 +all'aumentare dell'elio e/o al diminuire dei metalli. L'evoluzione
 +delle strutture di piccola massa risulta di particolare rilevanza,
 +sia perchè tali strutture rappresentano un importante campione
 +osservativo delle più antiche [[wp.it>popolazioni stellari]], sia per una
 +serie di interessanti fenomeni che si manifestano nel corso di
 +tale evoluzione.
 +
 +In linea generale la degenerazione agisce "congelando" la
 +struttura: la contrazione del nucleo viene ostacolata dalla
 +pressione degli elettroni degeneri, viene ostacolato quindi
 +l'innesco della combustione dell'elio e i tempi scala della
 +combustione //a shell// dell'idrogeno aumentano sensibilmente. La
 +combustione di idrogeno //a shell// e la degenerazione elettronica
 +intervengono così a modificare, integrandolo, il semplice
 +quadro evolutivo tratteggiato sulla base del [[wp.it>Teorema_del_viriale|Teorema del Viriale]].
 +
 +Come mostrato in **Fig. 6.6**, al termine della combustione centrale di
 +idrogeno le stelle di piccola massa raggiungono la loro traccia di
 +Hayashi e, anzichè innescare l'elio, proseguono la loro
 +evoluzione inerpicandosi lungo la traccia stessa, mentre la
 +combustione dell'idrogeno in shell aumenta progressivamente la
 +massa del nucleo di elio. In tale fase di //Gigante Rossa// a causa
 +delle alte temperature e densità si manifestano nel nucleo con
 +crescente efficienza  meccanismi di produzione di //termoneutrini//,
 +che estraendo energia  dal nucleo stesso ("raffreddando" il
 +nucleo) ostacolano ulteriormente l'innalzamento delle temperature
 +e ritardano l'innesco dell'elio.
 +\\
 +\\
 +{{:c06:figura06_06.jpg?400}}
 +\\
 +** Fig. 6.6 ** Tracce evolutive di due stelle di piccola
 +massa. I punti lumgo le tracce indicano variazioni di 0.1
 +nell'abbondanza centrale di idrogeno. Lungo il ramo delle Giganti
 +Rosse sono indicati inoltre i punti: MC = massimo affondamento
 +della convezione superficiale; D = la shell di combustione
 +raggiunge la discontinuità nell'abbondanza di idrogeno; HE = He
 +flash.
 +\\
 +\\
 +In tali condizioni una struttura viene a perdere energia da due
 +distinte regioni: la superficie, tramite [[wp.it>fotoni]], e le zone
 +centrali, tramite [[wp.it>neutrini]]. L'energia prodotta dalle reazioni
 +nucleari deve quindi fluire a compensare ambedue queste perdite
 +e, conseguentemente, la temperatura raggiunge un massimo in una
 +regione intermedia per decrescere sia verso la superficie che
 +verso il centro della stella. Ne segue anche che l'innesco
 +dell'elio avverrà non al centro della struttura ma in una shell.
 +Al ritardo dell'innesco dell'elio causato dai termoneutrini
 +corrisponde una accresciuta massa del nucleo di elio al momento
 +dell'innesco. Tale variazione, pur se contenuta in pochi percento,
 +avrà sensibili conseguenze sulla luminosità delle strutture
 +nella successiva fase di combustione centrale di elio, così che
 +i relativi riscontri osservativi forniscono una macroscopica
 +sperimentazione dei processi di [[wp.it>interazione debole]].
 +
 +L'innesco delle //combustioni 3a// avviene quando il nucleo di elio
 +raggiunge una massa di circa 0.5 M$_{\odot}$, il valore esatto
 +dipendendo leggermente dalla massa e dalla composizione chimica.
 +L'innesco di una fusione nucleare in materia elettronicamente
 +degenere dà luogo ad un processo reazionato positivamente che
 +inizialmente tende a divergere: l'energia prodotta innalza la
 +temperatura locale lasciando inalterata la pressione che è
 +essenzialmente fornita dagli elettroni degeneri. La stella dunque
 +non reagisce espandendosi, e l'unico effetto dell'innalzamento di
 +temperatura è di incrementare ulteriormente la velocità delle
 +reazioni, stimolando l'emissione di ulteriore energia. Nel caso
 +delle Giganti Rosse di piccola massa, la <tex>3$\alpha$</tex> procede
 +autoincentivandosi sinchè localmente non si siano raggiunte
 +temperature in grado di rimuovere la degenerazione attivando la
 +controreazione dell'espansione. In questa fase, rapida ma non
 +dinamica ($\ddot{r} \sim $ 0), l'energia prodotta dalle reazioni
 +3$\alpha$ raggiunge valori dell'ordine di 10$^{11} L_{\odot}$ ma
 +senza apprezzabili variazioni delle luminosità della struttura:
 +l'energia prodotta viene infatti totalmente riassorbita
 +nell'espansione degli strati interni e la violenza del fenomeno
 +resta nascosta all'interno della struttura.
 +\\
 +\\
 +{{:c06:figura06_07.jpg?550}}
 +\\
 +** Fig. 6.7 ** Caratteristiche strutturali di una stella
 +di 0.8 M$_{\odot}$, Y=0.20, Z= 10<sup>3</sup> dalla fine della fase di
 +Sequenza Principale all'innesco del //flash// dell'elio. Si noti
 +nell'ultima fase il Carbonio prodotto dall'inizio del //flash//. Tutte
 +le grandezze sono normalizzate al loro valore massimo.
 +\\
 +\\
 +La **Fig. 6.7** illustra le tipiche variazioni strutturali
 +di una stella di piccola massa dalle fasi finali di sequenza
 +principale sino all'innesco dell'elio. Si noti come, in presenza
 +del nucleo di He, le variabili fisiche P e T compiano in pratica
 +lo loro intera escursione all'interno del nucleo medesimo. Da
 +ciò la larga insensibilità dell'evoluzione del nucleo alle
 +caratteristiche dell'inviluppo, che viene sentito come una
 +trascurabile modifica alle condizioni al bordo del nucleo P$\sim$0
 +e T$\sim$0. Caratteristica di queste fasi è anche l'estrema
 +sottigliezza della shell di combustione dell'idrogeno. Nelle fasi
 +più avanzate l'intera energia finisce con l'essere prodotta in
 +uno strato contenente non più di 10<sup>-3</sup>  10<sup>-4</sup> della
 +massa totale (fase di //shell sottile//). Per meglio
 +comprendere questa evidenza si può usare un'immagine
 +gastronomica, asserendo che l'idrogeno viene bruciato 
 +[[http://www.gustissimo.it/scuola-di-cucina/metodi-di-cottura/piastra-e-griglia.htm|alla piastra]]: viene infatti combusto giusto l'idrogeno che viene in
 +contatto con la superficie "arroventata" del nucleo di elio.
 +
 +Si osservi anche come il nucleo, pur giungendo a contenere più
 +di metà della massa stellare, rimanga sempre di dimensioni
 +estremamente ridotte. Una Gigante Rossa è dunque formata da un
 +esteso e tenue inviluppo ricco di idrogeno che quasi "galleggia"
 +attorno ad un punto, il nucleo, che fornisce gravità. A
 +confortare tale pittura basti avvisare che a metà del raggio di
 +una Gigante Rossa la densità è ancora inferiore alla densità
 +dell'atmosfera terrestre. Aggiungiamo infine che il nucleo cresce
 +col tempo in massa ma non in raggio, raggio che anzi diminuisce
 +leggermente e progressivamente. Questo processo si può
 +comprendere osservando che l'idrogeno trasformandosi in elio
 +aumenta la massa del nucleo di He degenere, e già sappiamo che
 +le strutture degeneri al crescere della massa devono diminuire il
 +raggio. Tale diminuzione non segue peraltro esattamente la
 +relazione delle Nane Bianche perchè  il nucleo di He è solo
 +parzialmente degenere.
 +
 +In conclusione, le Giganti Rosse di piccola massa formano ed
 +accrescono nel loro interno una embrione di stella di elio che
 +giungerà infine ad innescare la combustione 3$\alpha$ una volta
 +raggiunta la indicata massa critica. Si comprende anche così la
 +limitata influenza di massa e composizione chimica originaria sul
 +valore di tale massa critica. Stelle di massa minore di 0.5
 +M$_{\odot}$ non sono ovviamente in grado di innescare la
 +combustione di elio. Esse dovranno terminare la loro evoluzione
 +con una fase di raffreddamento sotto forma di Nane Bianche di
 +elio.
 +\\
 +\\
 +^ Fase ^ log T<sub>c</sub> ^ log $\rho_c$ ^ log P<sub>c</sub> ^ log R(cm) ^
 +|Sequenza Principale | 7.10 | 1.9 | 17.4  | 10.7 |
 +|Esaurimento H centrale | 7.29 | 2.4 | 18.0 | 10.8 |
 +|RG: L=1.5 | 7.56 | 5.2 | 21.3  | 11.7 |
 +|RG: L=2.0 | 7.66 | 5.5 | 22.0  | 12.2 |
 +|RG: L=3.0  | 7.82 | 5.9 | 22.5  | 12.5 |
 +|flash: L=3.3 | 7.88 | 6.0| 22.3  | 12.7 |
 +\\
 +**Tab. 2** Evoluzione temporale dei parametri fisici per la
 +struttura di 0.9 M$_{\odot}$ di Fig. 6.6
 +\\
 +\\
 +La **Tabella 2** riporta l'evoluzione temporale di alcuni
 +parametri strutturali caratterizzanti l'evoluzione di una piccola
 +massa sino al //flash//. Notiamo solamente come l'osservazione delle
 +Giganti Rosse e dei loro "successori" evolutivi consenta di
 +sperimentare astronomicamente il comportamento di un gas di elio a
 +temperature di poco inferiori ai 100 milioni di gradi e a
 +densità dell'ordine di una tonnellata per centimetro cubo, ben al
 +di là quindi delle possibilità sperimentali nei laboratori
 +terrestri.
 +</WRAP>
 +----
 +~~DISQUS~~

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