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c10:cefeidi_classiche

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Linea 1: Linea 1:
 +====== 10.4 Cefeidi classiche ======
  
 +<WRAP justify>
 +Lo studio delle Cefeidi classiche ha avuto grande importanza a
 +partire dal lontano 1912, quando miss [[wp.it>Henrietta_Swan_Leavitt|Henrietta Leavitt]],
 +studiando ad Harvard le Cefeidi nella [[wp.it>Piccola_Nube_di_Magellano|Piccola Nube di Magellano]]
 +(quindi oggetti tutti alla stessa distanza) scoprì
 +l'esistenza di una relazione periodo-luminosità. Con l'attuale
 +senno del poi, l'esistenza di una tale relazione non stupisce:
 +basta riandare alla Fig. 10.2 per prevedere che se
 +osserviamo un campo celeste con popolazioni stellari di varia
 +età la strip risulterà popolata da una sequenza di strutture
 +di varia luminosità, tanto più luminose quanto più giovani e
 +quindi più massicce. Poiché in termini di gravità la
 +variazione di luminosità predomina sulla variazione di massa, ci
 +attendiamo che Cefeidi più luminose abbiano periodi più
 +lumghi, come di fatto osservato.
 +
 +Questo richiamo storico ci aiuta a comprendere le diverse
 +filosofie che sovraintendono alle indagini su [[wp.it>RR Lyrae]] o [[wp.it>Variabile_Cefeide|Cefeidi]].
 +Per loro natura, le RR Lyrae sono stelle di luminosità, età e
 +massa pressoché costanti, con distribuzione di periodi
 +largamente regolata dalle differenze di temperatura attraverso la
 +strip. L'indagine si rivolge principalmente ai ricchi campioni di
 +variabili degli Ammassi Globulari, in larga parte al fine di
 +determinare la magnitudine dei Rami Orizzontali e i moduli di
 +distanza dei cluster. Al contrario, i campioni di Cefeidi in
 +cluster sono in generale molto scarsi, e l'indagine si rivolge a
 +campi con popolazioni di età, massa e luminosità variabili, al
 +fine essenzialmente di calibrare una relazione
 +periodo-luminosità che consenta di usare le Cefeidi, molto più
 +luminose delle RR Lyrae, come "candele standard" per calibrare la
 +distanza di galassie anche lontane, ricavando la magnitudine
 +assoluta dagli osservati periodi.
 +
 +Per indagare il previsto comportamento delle Cefeidi dovremo
 +ricavare dalle teorie evolutive la relazione massa-luminosità
 +per le stelle che in  fase di combustione centrale di elio
 +penetrano nella strip di instabilità. Essendo le Cefeidi stelle
 +massicce e, quindi, relativamente giovani, per la Galassia potremo
 +orientativamente assumere una metallicità solare, Z$\sim$0.02.
 +Ma la problematica delle Cefeidi si estende spontaneamente al di
 +là della nostra Galassia, e l'evidenza osservativa indica
 +peraltro che le Cefeidi della [[wp.it>Grande_Nube_di_Magellano|Grande Nube di Magellano]] hanno,
 +almeno in media, metallicità minori, Z$\sim$0.008, e ancora
 +minori (Z$\sim$0.004) quelle della Piccola Nube. Sarà quindi
 +necessario esplorare l'influenza della metallicità sul
 +comportamento di tali variabili.
 +
 +Possiamo peraltro operare subito una importante previsione. Le
 +teorie evolutive ci indicano che l'estensione dei loop che
 +caratterizzano la combustione centrale di elio aumenta al
 +diminuire della metallicità. Ci si deve quindi attendere che al
 +diminuire di Z entrino nella strip stelle progressivamente sempre
 +meno massicce e, conseguentemente, meno luminose. Da qui la
 +previsione che popolazioni giovani ma povere di metalli dovrebbero
 +essere segnalate dall'esistenza di Cefeidi con periodi
 +anormalmente brevi. Tale previsione é di fatto puntualmente
 +verificata non solo nelle [[wp.it>Nubi_di_Magellano|Nubi di Magellano]] ma anche in alcune
 +galassie nane del [[wp.it>Gruppo_Locale|Gruppo Locale]]. In letteratura queste Cefeidi a
 +corto periodo e povere di metalli sono state per lungo tempo
 +indicate come //Cefeidi Anomale//, nomenclatura che peraltro
 +risente della mancata comprensione della naturale estensione del
 +fenomeno Cefeidi alle basse metallicità.
 +\\
 +\\
 +{{:c10:fig10_07.jpg?450}}
 +\\
 +**Fig. 10.7** Diagramma teorico logP, Mv per  quattro
 +valori della massa (5, 7, 9 e 11 M$_{\odot}$) e per le tre
 +composizioni chimiche indicate. 
 +\\
 +\\
 +La Fig. 10.7 riporta i risultati di una esplorazione
 +teorica della variabilità di strutture massicce di 5, 7, 8 e 11
 +M$_{\odot}$ per le tre indicate assunzioni sulla composizione
 +chimica originaria delle strutture medesime. Sulla falsariga di
 +procedure che abbiamo già discusso, tale indagine é stata
 +eseguita, per ogni assunto valore della massa stellare, esplorando
 +il diagramma HR al variare della temperatura efficace e al livello
 +di luminosità che compete alla fase di combustione di elio delle
 +singole masse. Dai risultati di tale esplorazione si ricava infine
 +il diagramma logP, logL e da questo diagrammi logP, magnitudini
 +quale quello riportato in figure.
 +
 +Dai dati nella figura si ricavano alcune interessanti evidenze.
 +Innanzitutto, come atteso, per ogni assunta composizione chimica
 +l'esistenza di una striscia di instabilità nel diagramma HR si
 +traduce necessariamente in una corripondente striscia di
 +instabilità nel diagramma logP, Mv. Tale striscia, non marcata in
 +figura, si ricava facilmente collegando tra loro i periodi minimo
 +e i periodi  massimi della pulsazione per le varie masse ad ogni
 +fissata composizione chimica. La Fig. 10.8 riporta ad
 +esempio la strip di instabilità per il caso Z=0.004. Come
 +mostrato nella stessa figura, il best fitting con i dati
 +osservativi si ottiene richiedendo le variabili all'interno della
 +strip teorica, ricavandone così un modulo di distanza.
 +\\
 +\\
 +{{:c10:fig10_08.jpg?450}}
 +\\
 +**Fig, 10.8** Strip di instabilità nel piano logP, Mv
 +per Z=0.004 confrontata con la collocazione di un campione di
 +Cefeidi della Piccola Nube di Magellano (Small Magellanic Cloud=
 +SMC). I quadrati pieni riportano la collocazione dei
 +corrispondenti modelli teorici di  Fig. 10.7
 +\\
 +\\
 +Contrariamente a quanto talora ritenuto, //non esiste quindi
 +una relazione periodo-luminosità (PL)// ma esistono solo
 +relazioni periodo-luminosità- temperatura assieme alle
 +conseguenti  periodo-luminosità-colore (PLC). Si potrà al
 +più parlare di una relazione periodo-luminosità media, quale
 +quella rappresentata dalle curve teoriche riportate nella
 +precedente Fig. 10.7. Relazione peraltro non priva di
 +rischi, applicabile solo quando si abbia la garanzia che il
 +campione osservativo sia non solo abbondante, ma anche
 +uniformemente distribuito a ricoprire l'intera strip.
 +
 +Le predizioni teoriche indicano che la collocazione della strip
 +dovrebbe dipendere leggermente dalla metallicità, spostandosi
 +verso il rosso all'aumentare di questa. Ne segue lo shift di
 +periodi evidente in Fig. 10.7. Ne segue che a parità
 +di periodo Cefeidi più metalliche dovrebbero avere luminosità
 +medie minori. Questa appare come una ferma predizione teorica,
 +anche se i riscontri sperimentali sono ancora  dibattuti.
 +
 +Anche le relazioni tra periodo e parametri strutturali dipendono
 +leggermente dalla metallicità. Nel caso Z=0.008 (LMC) si ha ad
 +esempio
 +\\
 +\\
 +$$ logP_F=10.557 +0.932 \ logL -0.795 \ logM - 3.279 \ logTe$$
 +\\
 +\\
 +che in realtà non si discosta molto da quanto avevamo a suo
 +tempo trovato per le RR Lyrae. Anche nella strip delle  Cefeidi si
 +hanno le tre zone FO, OR e F, con i pulsatori nella prima armonica
 +che hanno periodi più corti del rispettivo fondamentali di
 +$\Delta$logP $\sim$ 0.14-0.15.
 +
 +Come per le RR Lyrae, la dipendenza dal colore diminuisce
 +notevolmente utilizzando sia magnitudini infrarosse che gli indici
 +"reddening free" di Wesenheit. La Fig. 10.9 mostra ad
 +esempio il bel campione di circa 1500 Cefeidi nella LMC ricavato
 +dall'[[wp>Optical_Gravitational_Lensing_Experiment|Optical Gravitational Lensing Experiment]] (OGLE).
 +L'utilizzazione dell'[[c10:wesenheit|indice di Wesenheit]] W(V,I) ha non solo
 +eliminato la dispersione osservativa legata agli arrossamenti
 +differenziali, ma ha anche fortemente ridotto la dipendenza dal
 +colore, portando in bella evidenza le due sequenze dei pulsatori
 +fondamentali e nella prima armonica. Si noti tra l'altro come i
 +dati in questa figura si accordino almeno qualitativamente con le
 +previsioni teoriche di Fig. 10.7, secondo le quali
 +l'instabilità FO dovrebbe essere presente solo alle minori
 +luminosità (cioé nelle masse minori).
 +\\
 +\\
 +{{:c10:fig10_09.jpg?450}}
 +\\
 +**Fig. 10.9** Il campione di Cafeidi della Grande Nube di
 +Magellano raccolto dall'esperimento OGLE.
 +\\
 +\\
 +Il collegamento tra proprietà pulsazionali e strutture evolutive
 +stabilito dalla relazione dei periodi é suscettibile di
 +innumerevolie svariate applicazioni. Qui vogliamo solo come
 +esempio notare che se di una Cefeide si conosce la distanza,
 +misurarne luminosità e temperatura significa ricavarne la massa.
 +Le pulsazioni danno quindi accesso a tale elusivo parametro
 +fondamentale, risultando di vitale importanza in problemi
 +evolutivi quali l'efficienza della perdita di massa e/o
 +l'efficienza di meccanismi di overshooting invasivo.
 +</WRAP>
 +----
 +~~DISQUS~~

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