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c10:pulsatori_radiali

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Linea 1: Linea 1:
 +====== 10.2 Pulsatori radiali ======
  
 +<WRAP justify>
 +La moderna ricerca astronomica ha portato alla luce un gran numero
 +di forme di variabilità intrinseca presenti, con maggiore o
 +minore evidenza, nelle strutture stellari. Quando si consideri che
 +le oscillazioni solari sono in ultima analisi una forma di
 +microvariabilità, si comprende anche come non sia facile porre
 +un limite preciso tra strutture variabili e non variabili
 +(statiche). Noi qui ci interesseremo solo delle forme di alcune
 +variabilità macroscopica e, tra queste,  di classi di pulsatori
 +radiali che caratterizzano con la loro presenza le popolazioni
 +stellari della nostra come di altre galassie.
 +
 +Al riguardo abbiamo già avuto occasione di ricordare come nei
 +Rami Orizzontali degli [[wp.it>ammassi globulari]] esista un intervallo di
 +temperature nel quale le stelle, se presenti, sono tutte variabili
 +a corto periodo (minore di un giorno) di tipo RR Lyrae. Queste
 +variabili sono invece assenti in ammassi o popolazioni stellari
 +più giovani, ove si manifestano invece variabili a più lungo
 +periodo, tra alcuni giorni e pochi mesi, che prendono il nome di
 +Cefeidi Classiche. Ambedue queste classi prendono il nome dalla
 +prima variabile della classe scoperta e  studiata in qualche
 +dettaglio, rispettivamente RR Lyrae e $\delta$ Cephei per le due
 +popolazioni.
 +
 +Il problema della variabilità stellare é suscettibile di un
 +approccio moderno e generalizzato. Le teorie evolutive ci hanno
 +infatti insegnato come una popolazione stellare al variare
 +dell'età porti le stelle a percorrere progressivamente  vaste ma
 +ben determinate porzioni del diagramma HR. A titolo di esempio, la
 +Fig. 10.2 riporta lo sviluppo in tale diagramma delle
 +isocrone di una popolazione con Z=0.008 e al variare dell'età
 +tra 50 Myr e 4 Gyr. Per diverse composizioni chimiche varieranno i
 +dettagli delle singole isocrone, lasciando peraltro inalterata il
 +quadro topologico generale. Le strutture  teoriche con cui é
 +popolato il diagramma sono per imposte condizioni matematiche
 +"strutture di equilibrio". Nulla peraltro ci assicura che questo
 +equilibrio sia stabile o meno.
 +
 +Le procedure fisico-matematiche per investigare la stabilità di
 +una struttura stellare, quale quelle fornite dai calcoli
 +evolutivi, sono concettualmente semplici: abbandonare la
 +condizione di equilibrio scrivendo le equazioni del moto per gli
 +elementi del fluido stellare e perturbare la struttura, indagando
 +se la perturbazione tende a smorzarsi (stabilità) o, al
 +contrario, ad esaltarsi (instabilità). Su tale falsariga si sono
 +andati sviluppando nel tempo calcoli sempre più precisi e
 +perfezionati. Dai  primi approcci di piccole perturbazioni in
 +approssimazione lineare, non in grado quindi di seguire il
 +completo sviluppo del fenomeno, si é passati a formulazioni non
 +lineari progressivamente sempre più adeguate a rappresentare la
 +fenomenologia della pulsazione. Conseguentemente, in letteratura
 +si trovano ancora risultati di varia affidabilità. A titolo
 +orientativo ricordiamo che //le valutazioni teoriche sui periodi
 +risultano in ogni caso largamente affidabili//, mentre le
 +valutazioni sui bordi dell'instabilità e l'ampiezza della
 +pulsazione dipendono criticamente dalla adeguatezza dello scenario
 +teorico adottato.
 +\\
 +\\
 +{{:c10:fig10_02.jpg?600}}
 +\\
 +**Fig. 10.2** Distribuzione nel diagramma HR di isocrone
 +al variare dell'età e per l'indicata composizione chimica
 +iniziale. Sono indicati i bordi della striscia di instabilità e,
 +a tratti, é schematizzata la collocazione del Ramo Orizzontale
 +popolato dalle stelle in combustione centrale di He nelle
 +popolazioni più antiche.
 +\\
 +\\
 +Quel che qui interessa é che sin dalle prime e approssimate
 +valutazioni é emerso che esiste nel diagramma HR una 
 +//striscia di instabilità//, schematizzata in Fig. 10.2, 
 +all'interno della quale tutte le strutture
 +risultano instabili per pulsazioni radiali, cioè per ripetitive
 +  periodiche variazioni di raggio accompagnate da corrispondenti
 +variazioni di luminosità. Risulta innanzitutto che la pulsazione
 +é un fenomeno che coinvolge essenzialmente solo gli strati più
 +esterni di una struttura. Si comprende così la correlazione
 +tra pulsazione e diagramma HR: la modellistica stellare ci assicura
 +infatti che per ogni assunta composizione chimica originaria un
 +punto del diagramma HR determina completamente la struttura degli
 +strati atmosferici e subatmosferici.
 +
 +L'origine dell'instabilità risiede principalmente nelle zone di
 +ionizzazione dell'idrogeno e dell'elio. Ciò rende anche
 +qualitativamente ragione dell'esistenza di una //"instability
 +strip"//: per temperature efficaci minori del limite rosso della
 +strip la  ionizzazione ha luogo in una regione densa e adiabatica
 +che non sostiene le pulsazioni. Per temperature maggiori del
 +limite blu, la ionizzazione diviene invece troppo superficiale,
 +coinvolgendo una frazione troppo piccola di massa. La pulsazione
 +si instaura cioè quando le zone di ionizzazione si vengono a
 +trovare abbastanza, ma non troppo, al di sotto dell'atmosfera
 +stellare. I meccanismi fisici che producono e sostengono
 +l'instabilità risiedono principalmente nella risposta
 +dell'opacità radiativa (meccanismo K) e dell'esponente
 +adiabatico (meccanismo $\Gamma$) a fluttuazioni delle condizioni
 +locali.
 +
 +Poiché il meccanismo della pulsazione é in ogni caso sotto il
 +controllo della gravità, é infine facile prevedere che
 +all'aumentare della gravità debbano diminuire i periodi.
 +Possiamo trasferire questa constatazione in termini di parametri
 +stellari ricordando che $R^2 \propto$ L/T$_e^4$ e quindi, a
 +parità di massa, aumentando L o diminuendo T$_e$ diminuisce la
 +gravità. Ne concludiamo, ancor prima di un qualunque calcolo
 +dettagliato, che ci attendiamo
 +\\
 +\\
 +$$ P\uparrow \ \ \ quando \ \ \ M\downarrow  \ L\uparrow \  T_e\downarrow$$
 +\\
 +\\
 +I dati in Fig. 10.2 rendono spontaneamente ragione per
 +lo scenario osservativo in precedenza delineato.  Si vede infatti
 +come nel caso di popolazioni giovani, trascurando la rapida fase
 +di attraversamento del diagramma  al termine della combustione
 +centrale di H, la strip possa essere popolata solo da quelle
 +stelle sufficientemente massicce il cui "loop" in fase di
 +combustione centrale di He penetri nella strip. Nelle popolazioni
 +più antiche, quali quelle degli ammassi globulari, tali
 +strutture vengono ovviamente a mancare, mentre la strip di
 +instabilità può essere popolata sola da strutture di Ramo
 +Orizzontale, a molto minore luminosità. E' immediato
 +identificare i due casi con le classi, rispettivamente, di Cefeidi
 +e RR Lyrae, comprendendo nel contempo che la differenza tra le due
 +classi discende dalla diversa età e non dalla diversa
 +composizione chimica. E comprendendo anche che il minor periodo
 +delle RR Lyrae discende essenzialmente dalla maggior gravità
 +superficiale.
 +</WRAP>
 +----
 +~~DISQUS~~

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