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c11:sistemi_binari_stretti

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Linea 1: Linea 1:
 + ====== A11.2 Sistemi binari stretti ======
  
 +<WRAP justify>
 +Buona parte delle stelle del disco galattico risultano essere
 +gravitazionalmente legate in sistemi binari o multipli.Se le
 +componenti di tali sistemi sono sufficientemente distanti, il
 +legame gravitazionale influenza solo le orbite degli oggetti, e
 +l'evoluzione delle singole strutture non si discosta da quanto
 +valutato per stelle isolate. In sistemi binari stretti possono
 +invece presentarsi peculiari modalità evolutive, che
 +condizionano pesantemente il destiono delle strutture.
 +
 +Tali peculiarità trovano la loro origine nelle caratteristiche
 +del campo gravitazionale e dalla forza centrifuga di rotazione cui
 +in un  sistemi binario $_{1,2}$ sottoposta la materia. Ponendosi in un sistema
 +solidale con il baricentro, se trascuriamo la distorsione delle
 +due strutture dovute alle mutue attrazioni (approssimazione di
 +Roche) il potenziale gravitazionale è semplicemente fornito da
 +\\
 +\\
 +$$\Phi= - (\frac {GM_1}{r_1}+\frac {GM_2}{r_2})$$
 +\\
 +\\
 +dove M$_{1,2}$ e r$_{1,2}$ sono ripettivamente le masse e le
 +distanze di un generico punto materiale dai due oggetti. Poniamoci
 +ora in un sistema corotante, assumendo il piano dell'orbita come
 +piano x,y e assumendo anche  come origine il centro della stella
 +1 e asse x la congiungente i centri delle due stelle. In tale sistema le
 +coordinate (x, y, z) del baricentro risulteranno ($\mu$a, 0, 0),
 +dove "a" e la distanza (//separazione//) tra le due componenti e
 +
 +$$\mu = \frac{M_2}{M_1+M_2}$$
 +
 +\\
 +\\
 +e il potenziale nell'approssimazione di Roche si esplicita nella
 +forma
 +\\
 +\\
 +$$ \Phi =-(\frac {GM_1}{(x^2+y^2+z^2)^{1/2}}+\frac {GM_2}{((x-a)^2+y^2+z^2)^{1/2}}) -\frac{1}{2}\omega^2[(x-\mu a)^2 +y^2]$$
 +\\
 +dove $\omega=2\pi/P$ e l'ultimo termine rappresenta il potenziale
 +della forza centrifuga.
 +\\
 +\\
 +{{:c11:fig11_a01.jpg?500}}
 +\\
 +**Fig. 11.11** Andamento delle linee equipotenziali nel
 +piano dell'orbita di una binaria. Si è assunto <tex>$\mu$=0.4</tex>
 +\\
 +\\
 +La Fig. 11.11 mostra il complesso andamento delle
 +linee equipotenziali $\Phi=cost$ nel piano dell'orbita nel caso
 +$\mu$=0.4. In prossimità delle stelle predomina il campo dei
 +singoli oggetti mentre, al crecere della distanza, si vanno
 +intrecciando i contributi della gravitazione e della rotazione. A
 +distanze ancora maggiori  prevarrà il contributo della
 +rotazione. I cinque punti marcati in figura come L$_i$
 +rappresentano i cinque punti lagrangiani di equilibro, soluzioni
 +particolare del problema dei tre corpi. Una particella di massa
 +trascurabile ripetto alle altre due componenti, posta in uno dei punti
 +percorrer\`a orbite circolari mantenendo immutata la sua posizione
 +ripetto alle due componenti principali. I punti L$_4$ e L$_5$,
 +posti ai vertici di un triangolo equilatero con base "a", sono di
 +equilibrio stabile se M$_2 \ll$ M$_1$. Una tale configurazione
 +è realizzata in natura dal sistema Sole-Give- Asteroidi
 +"Troiani".
 +
 +Alla superficie equipotenziale passante per <tex>L$_1$</tex> si da il nome di
 +//Lobi di Roche//. La Fig. 11.12 mostra l'andamento del potenziale
 +lungo la linea congiungente il centro delle due stelle,
 +illustrando nel contempo il principio fondamentale dei meccanismi
 +di trasferimento di massa che regolano l'evoluzione delle stelle nei sistemi
 +bibnari stretti. Sinchè le dimensioni delle singole stelle
 +restano inferiori a quelle dei rispettivi lobi di Roche .
 +l'evoluzione delle strutture segue il cammino delle strutture
 +isolate. L'evoluzione guida peraltro inevitabilmente le strutture verso la fase
 +di Gigante Rossa, con aumenti notevoli di raggio. Se il sistema
 +èsufficientemente stretto (lobi di Roche di dimensioni ridotte)
 +la componente primaria, la più massiccia, evolvendo per prima
 +finirà  col riempire il proprio lobo. Ogni tentativo di
 +aumentare ulteriormente il proprio raggio avrà solo l'effetto di
 +reasferire materia sul proprio compagno, "scortecciando" la
 +struttura originale.
 +\\
 +\\
 +{{:c11:fig11_a02.jpg?400}}
 +\\
 +**Fig. 11.12**
 +Andamento del potenziale lungo la linea
 +congiungente i centri delle due stelle. La zona ombreggiata indica
 +la regione occupata dalla materia stellare. E' mostrato come al
 +crescere del raggio di una stella si inneschi un meccanismo di
 +trasferimento di massa attraverso il punto lagrangiano <tex>L$_1$</tex>
 +\\
 +\\
 +E' di grande importanza notare che il trasferimento di massa è
 +fenomeno reazionato positivamente. Ricordando  infatti come la
 +traccia di Hayashi si sposti verso il rosso al diminuire della
 +massa,  ricaviamo che una gigante, a fissata luminosi\`a, ha raggi
 +tanto maggiori quamto minore è la massa. Per il solo fatto di
 +perdere massa la gigante tende quindi ad espandere ulteriormente
 +il proprio raggio e, come conseguenza, il trasferimento avviene con
 +tempi scala termodinamici anzichè nucleari.
 +
 +Può così avvenire che l'originale secondaria finisca col
 +diventare la stella più massiccia del sistema, accelerando di
 +conseguenza la sua evoluzione. Al progredire delle fasi evolutive,
 +ogniqualvolta una delle componenti riempi il proprio lobo di Roche
 +si innescheranno fasi di trasferimento di massa. La Fig. 11.12
 +mostra le tre caratteristiche configurazioni di
 +fatto riscontrate nei sistemi binari
 +
 +  - Sistemi staccati (//detached//): le due componenti sono ognuna all'interno del proprio lobo di Roche. Ogni strutura segue una propria caratteristica evoluzione.
 +  - Sistemi semi-staccati (//semi-detached//): una delle due componenti riempie il proprio lobo, traferendo materia sull'altra.
 +  - Sistemi a contatto (//common envelope//): tutte e due le componenti riempiono contemporaneamente il proprio lobo. La Fig. 11.12 mostra come in simili condizioni il sistema possa perdere massa verso l'esterno attraverso il punto lagrangiano <tex>L$_2$</tex>.
 +
 +Nei sistemi semi-distaccati o a contatto almeno una delle
 +strutture risulta sensibilmente deformata rispetto alla forma
 +sferica, deformazione che si riflette in precise caratteristiche
 +della curva di luce. A  titolo esemplificativo, la Fig. 11.13 mostra la struttura del sistema a contatto AW UMa come derivabile proprio dall'analisi della complessa curca di luce.
 +
 +Il calcolo dell'evoluzione delle stelle in un sistema binario
 +può essere agevolmente eseguito con solo alcune semplici
 +implementazioni dei normali codici evolutivi per tener conto della
 +presenza dei lobi di Roche, del conseguente fenomeno di travaso
 +delle masse e delle conseguenti variazioni nei parametri orbitali.
 +I risultatisono peraltro molto variegati a fronte dei molti
 +parametri che caratterizzano tali sistemi, quali non solo le masse
 +iniziali delle due componenti ma anche la loro originale
 +separazione. La Fig. 11.14 riporta a titolo di
 +esempio, la storia evolutiva di un sistema con masse iniziali
 +M$_1$ =1.0 e M$_2$ =2.0  M$_{\odot}$. Nella fase "a" ambedue le
 +componenti hanno raggiunto la loro sequenza principale. La
 +primaria M$_1$ evolve per prima sino a riempire il proprio lobo di
 +Roche (fase "b"), iniziando il trasferimento di massa. Nella fase
 +"c" l'originaria secondaria  è ormai diventata la componente
 +più massiccia e il sistema  è formato da una gigante di 0.8
 +M$_{\odot}$ che orbita attorno ad una massiccia stella di MS di
 +2.2 M$_{\odot}$. Nella fase "d" la gigante ha completato la sua
 +evoluzione e il sistema è composto da una Nana Bianca e la
 +massicia stella di MS. L'evoluzione di quest'ultima porta ora al
 +trasferimento di massa sulla Nana, producendo prima esplosioni di
 +Nova (fase "e") e, infine, una SN di tipoI (fase "f").
 +\\
 +\\
 +{{:c11:fig11_a03.jpg?500}}
 +\\
 +** Fig. 11.13** La forma della binaria a contatto AW UMa
 +come ricavata della analisi della curva di luce osservata. 
 +\\
 +\\
 +
 +{{:c11:fig11_a04.jpg?500}}
 +\\
 +**Fig. 11.14** Esempio di evoluzione di un sistema binario
 +di piccole masse.
 +</WRAP>
 +----
 +~~DISQUS~~

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